Il Peso dell’aria di Marco Dal Maso


La mostra Il peso dell’aria di Marco Dal Maso verrà inaugurata venerdì 21 Marzo alle ore 18.30.

La mostra, aperta al pubblico fino a giovedì 24 Aprile, prosegue il ciclo di mostre fotografiche per la promozione dei fotografi emergenti che sin dalla nascita della galleria ne contraddisdingue l’offerta culturale.


Le cose più pericolose nella vita sono quelle che non vediamo.
Henry David Thoreau

Il peso dell’aria è una contraddizione apparente. L’aria, per sua natura, dovrebbe essere leggera, impalpabile, un elemento invisibile che ci avvolge senza gravare su di noi. Eppure, nell’opera fotografica di Marco Dal Maso, questa leggerezza diventa un paradosso. Le 32 immagini in mostra ci restituiscono la bellezza quotidiana di paesaggi urbani e foglie sospese nel tempo, ma sotto questa apparente semplicità si cela un senso di minaccia, quasi impercettibile, ma costante.

L’inquinamento atmosferico, in particolare il PM10, è il protagonista silenzioso di questa narrazione visiva. Invisibile ma onnipresente, esso si insinua nelle trame della città e nella delicatezza della natura, appesantendo l’aria e, di conseguenza, la nostra esistenza. È impossibile non pensare a certe vedute urbane di Luigi Ghirri, dove l’ordinario si carica di una dimensione poetica, o alle atmosfere sospese di Edward Hopper, in cui la quotidianità diventa un teatro di attese e silenzi.

Dal Maso si muove su questa stessa linea di confine tra realtà e percezione, tra il visibile e l’invisibile. Il suo sguardo, però, non si limita a registrare l’esistente, ma induce alla riflessione: cosa significa oggi abitare lo spazio urbano? Qual è il prezzo estetico ed ecologico della nostra presenza?

La fotografia, da sempre, ha avuto la capacità di rivelare ciò che l’occhio distratto tende a ignorare. Basti pensare a Bernd e Hilla Becher, che trasformarono strutture industriali in icone di un paesaggio in mutazione, o a Andreas Gursky, che con le sue composizioni stratificate e dense ha saputo restituire l’impatto dell’uomo sul paesaggio contemporaneo. Anche Dal Maso adotta questo approccio documentativo, ma con una delicatezza che sfiora l’astrazione: le sue foglie, fotografate come reliquie del presente, diventano allo stesso tempo sia un monito che un simbolo.

Il peso dell’aria, dunque, è un titolo che racchiude molteplici significati. È il peso fisico di particelle invisibili, il peso psicologico di una minaccia costante, ma anche il peso della consapevolezza, che la fotografia ha il potere di rendere tangibile. In un’epoca in cui l’ambiente è sempre più al centro del dibattito artistico e sociale, questa mostra si inserisce con eleganza e profondità, offrendo uno spazio di contemplazione e presa di coscienza.

Dal Maso ci invita a guardare con occhi nuovi ciò che ci circonda, a riscoprire la bellezza nel quotidiano, ma anche a riconoscere le ombre che si addensano dietro di essa. In questa tensione tra estetica e denuncia, tra poesia e realtà, Il peso dell’aria diventa un’esperienza visiva e concettuale che ci riguarda tutti.

La mostra “Il peso dell’aria” nasce e si espande dal progetto PM10-Planting, un’iniziativa di TY-Project che documenta l’inquinamento atmosferico nella Pianura Padana e il ruolo del verde urbano come strumento di contrasto. Le immagini non si limitano a denunciare, ma propongono una narrazione visiva in cui la natura, nella sua resilienza, offre una risposta concreta alla minaccia invisibile del particolato sottile.

Emanuele Salvagno

Quella umana è l’unica specie al mondo ad aver inquinato la Terra ed è l’unica che può ripulirla.
Dennis Weaver



La fotografia mi permette di vivere esperienze nuove o uguali, di poter rivivere molte volte queste esperienze, di capire a volte e capirmi a volte.
Ho fatto il liceo scientifico e il metalmeccanico, il postino e il fotogiornalista. Sono stato a meno 1400 metri in una miniera di cromo e ho vissuto in una delle favelas più malfamate di Rio de Janeiro. Ho fotografato campi profughi e rom stanziali, tenenti della folgore in latex e nostalgici di regimi passati. Mi piace cambiare ma sono allenato a trovare stimoli nella quotidianità.
L’ improvvisazione è ingrediente essenziale, l’errore parte del linguaggio.
Qualche volta piango rivedendo le vite che ho vissuto.

Sede: via Giorgione, 24 – 35020 Albignasego (Padova)

Quando: Venerdì 21/03/25 dalle 18:30
Orari: lun-ven 10-19 | ingresso libero previo appuntamento

Per ulteriori info sull’evento, contatta Emanuele al +39 328 6856621 oppure via mail info@spaziocartabianca.it